Malala Yousafzai – consegna del Premio Nobel per la pace nel 2014

S3_T5 - MalalaIl passo che sto per leggervi è tratto dal discorso pronunciato da Malala durante la consegna del Premio Nobel per la pace. Malala è una ragazza di 17 anni che nonostante la giovane età si è impegnata, ed ha donato la propria vita agli altri. Questa giovane donna ha combattuto affinché venisse garantita un’istruzione a tutti i bambini e soprattutto a donne come lei, emarginate e sottomesse dal sistema in cui vivevano. Questa ragazza forte e consapevole ha lottato per un mondo migliore, ed ha messo in pericolo la propria vita per rendere migliore quella degli altri.

La parola Malala vuol dire “colpita da un lutto”, “triste”, ma per aggiungere allegria al nome i miei genitori mi chiamano sempre “Malala, la ragazza più felice del mondo” e sono molto felice che insieme stiamo sostenendo una causa importante. Questo premio non è solo per me. È per i bambini dimenticati che vogliono un’istruzione. È per i bambini spaventati che vogliono la pace. È per i bambini senza voce che che vogliono il cambiamento. Sono qui per i loro diritti, per dare loro voce… Non è il momento di averne compassione. È il momento di agire, per fare in modo che sia l’ultima volta che a dei bambini sia sottratta l’istruzione.

Potrò sembrarvi una sola ragazza, una sola persona. Ma non sono una voce solitaria: io sono tante voci. Sono quei 66 milioni di ragazze che non possono andare a scuola. La gente spesso mi chiede perché l’istruzione sia così importante per le ragazze. Rispondo sempre la stessa cosa. Dai primi due capitoli del Corano ho imparato la parola Iqra che vuol dire “leggere”, e la parola nun wal-qalam che vuol dire “con la penna”. Per questo un bambino, un maestro e un libro posso cambiare il mondo. Oggi in mezzo mondo vediamo rapidi progressi, modernizzazione e sviluppo, ma ci sono paesi dove milioni di persone soffrono ancora dei vecchi problemi della fame, della povertà, delle ingiustizie, dei conflitti. Perché le nazioni che chiamiamo grandi sono così potenti nel provocare guerre, ma troppo deboli per la pace? Perché è così facile darci una pistola, ma così difficile darci un libro? Perché è così facile costruire un carrarmato, ma costruirr una scuola è così difficile? Viviamo nel mondo moderno, nel ventunesimo secolo, e crediamo che nulla sia impossibile. Possiamo raggiungere la luna, forse a breve atterreremo su Marte. Per questo, in questo ventunesimo secolo, dobbiamo essere determinati a far realizzare il nostro sogno di un’istruzione di qualità. Realizziamo uguaglianza, giustizia e pace per tutti. Non solo i politici e i leader del mondo, ma tutti dobbiamo fare la nostra parte. Io. Voi. È nostro dovere. Dobbiamo metterci al lavoro, non aspettare. Chiedo ai ragazzi come me di alzare la testa, in tutto il mondo. Diventiamo la prima generazione a decidere di essere l’ultima: classi vuote, infanzie perdute, potenziale perduto, facciamo in modo che queste cose finiscano con noi. Che sia l’ultima volta che un bambino o una bambina spendano la loro infanzia in una fabbrica.

Che sia l’ultima volta che una bambina sia costretta a sposarsi.

Che sia l’ultima volta che un bambino innocente muoia in guerra. Che sia l’ultima volta che una classe resti vuota. Che sia l’ultima volta che a una bambina venga detto che l’istruzione è un crimine non un diritto. Che sia l’ultima volta che un bambino non possa andare a scuola. Diamo inizio a questa fine. Che finisca con noi. Costruiamo un futuro migliore proprio qui, proprio ora.